dimanche, novembre 08, 2009

Ivano Ghirardini, trilogia, tre ultimi problemi.

GLI ULTIMI TRE PROBLEMI
II nome di Ivan Ghirardini balzo all'attenzione del ristretto mondo alpinistico internazionale dopo la sua incredibile avven-tura invernale e solitaria sul Linceul délie Grandes Jorasses nel 1975, quando rimase bloccato otto giorni senza bere e senza mangiare sulla via normale di discesa. In quell'occasione Ghi¬rardini si salve miracolosamente grazie all'intervento dell'eli-cottero, ma il resoconto che egli diede di quell'allucinante esperienza (vedi La Montagne et Alpinisme n. 1, 1976) mise in luce la sua notevolissima personalità, collocandolo tra gli espo-nenti più vivi ed intéressant! dell'alpinismo francese di punta. Specializzatosi sempre più nelle solitarie invernali, nel gennaio del 1977 ha attaccato la via dei fratelli Schmid alla nord del Cervino, ma è stato costretto ad uscire sulla spalla dell'Hôrnli per il cattivo tempo e la perdita di buona parte del materiale. «i è ritornato con successo nel dicembre scorso (1977) e Ilo stesso inverno ha salito — sempre da solo — la nord celle Grandes Jorasses per lo sperone Croz e la nord dell'Eiger per la via classica, completando la mitica triade: si tratta di un exploit eccezionale sia sul piano psicologico che su quelle spor-tivo, considerando soprattutto le pessime condizioni meteorolo-giche e le straordinarie precipitazioni nevose che hanno carat-terizzato quest'anno la stagione invernale. Parlando con Ivan si ha l'immediata impressione di una profonda calma interiore, che sicuramente si trasforma nei mo¬ment! difficili in una grande capacità di autocontrôlé; quelle che pero più colpisce in lui è la tensione costante ad andare in fondo allé cose, cercando di cogliere nei rapport! con qua-lunque persona un giudizio sincero ed una prospettiva per una crescita. Questa impressione è confermata dal suo scritto, dove Ghirardini cerca di trasmetterci la sua travagliata evolu-zione giovanile e le motivazioni a eu! è approdato attraverso l'alpinismo estremo e solitario. Si tratta in massima parte di ipotesi di vita che non pretendono assolutamente di essere définitive o tantomeno valide per tutti; corne tali vanno consi-dsrate e meditate, nella loro ineliminabile contradditorietà, ap-prezzando innanzitutto il coraggioso tentative di demistificazio-ne dell'alpinista corne personaggio ed il desiderio di porre la propria esperienza al servizio degli altri, in una visione di spi¬ritualité che possa almeno idealmente contrapporsi alla compé¬titivité ed al confronte con il prossimo. E alla base di questa ricerca personale il pesante interrogativo di fondo che mette in discussione tutta una scelta di vita: « Perché compiere que-sti atti gratuit!, pericolosi ed egoisti, quando tant! uomini su questo pianeta hanno bisogno d'aiuto, d'amore e di cure? ».
Enrico Camanni